Come di consueto un assaggio in anteprima delle prime pagine dell'albo in uscita. Siamo giunti al n° 5 dell'edizione italiana a cura di Rw Edizioni
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Come annunciato ieri al Comic Con di San Diego, la casa editrice Dark Horse in collaborazione con Mattel, pubblicherà nel 2015 un volume dal titolo "The Art of He-Man and the Masters of the Universe": un art book celebrativo per festeggiare i 30 anni di He-man & company. Conterrà materiale esclusivo tra cui immagini, illustrazioni, concepts, prototipi, tavole delle illlustrazioni di artisti come Earl Norem!
L'uscita prevista in Usa nelle migliori fumetterie e librerie è Aprile 2015. Prosegue la serie “Masters of the Universe” della RW Lion: in questo numero possiamo leggere il quarto capitolo della miniserie d’esordio (il primo dei 3 fumetti inseriti in questo albo) e due brevi fumetti usciti come serie digitale della DC nel 2012: stavolta abbiamo i Digital Chapters 3 e 4 dedicati rispettivamente a Battle-Cat e Randor. Prima di iniziare, visto che a noi appassionati piacciono le curiosità, volevo soffermarmi un attimo sul mezzo cartaceo con cui vengono distribuiti i nostri beniamini. Per chi è abituato ad acquistare regolarmente le testate americane in lingua originale, non dirò nulla di nuovo, ma per chi invece non avesse mai avuto tra le mani un fumetto made in Usa, allora queste poche righe prima di cominciare, lo faranno entrare un attimo nei panni del giovane lettore americano che va a comprare il suo fumetto dei Motu: cosa si trova tra le mani? Un albo contenente un’unica storia, in totale 36 pagine (intendo facciate avanti e dietro, quindi si tratta di 18 fogli o, materialmente parlando, 9 fogli grandi spillati sul mezzo), di queste 36 pagine ben 15 pagine sono di pubblicità…voi direte: ma dove stanno le pubblicità se si tratta di un’unica storia? All’inizio? Alla fine? E’ diviso in “primo e secondo tempo” come alcune storie di Topolino? No, sono proprio in mezzo, tra le pagine…si alternano con le tavole dei fumetti senza un ordine ben preciso. Questo lascia un po’ perplesso un lettore europeo (o almeno italiano): vedere i propri eroi mescolati a pubblicità di statuette, altre testate o addirittura dei gel per capelli colorati (sento che arriveranno pure da noi) un po’ fa storcere il naso effettivamente. Altro aspetto negativo, se così vogliamo dire, è lo spessore delle pagine, la carta è infatti molto sottile. Ma questi “giornalini” di comics americani hanno solo difetti? No, hanno pure il pregio di avere la carta lucida, molto luminosa, infatti io mi accorgo di mese in mese della maggiore nitidezza della versione Usa rispetto a quella italiana, ma, paradossalmente, la versione italiana alla fine la preferisco perché in Usa alcune tavole sono leggermente tagliate (parlo di millimetri ovviamente) a volte in basso, in alto o di lato, cosa che invece non accade nella versione nostrana, mostrando l’interezza della tavola, probabilmente questo è legato alle proporzioni leggermente diverse delle pagine. Bene, fatta questa piccola digressione, parto come sempre con ordine, dal primo fumetto, quello più corposo che in italiano ha il titolo: "Il Calderone del Destino". In questo quarto episodio (di sei) della miniserie, recentemente rilasciato, il grande “cattivo” di turno è Evil-Lyn. La famosa donna dei malvagi è considerata da sempre il contraltare di Teela, poiché sono le uniche due donne guerriere della serie (finché non fu inventata la serie di She-Ra con le sue alleate e nemiche). Evil-Lyn è pazza, come se avesse del tutto perso i limiti della razionalità. Se c'è una cosa che questa serie ha consegnato splendidamente ai lettori è proprio la sua rappresentazione di tutti i cattivi. Evil-Lyn non fa eccezione a questa considerazione. La sua follia è quasi necessaria per la serie, dopo le rappresentazioni cupe dei precedenti tre furfanti. Giffen aggiunge, con tanto di ammissione di Skeletor, che la strega è potente quanto lui e deve essere assecondata. E’ una dicotomia nuova nel carattere del signore del male, almeno rispetto a quello a cui eravamo abituati. Certo, era anche l’ora di introdurre un altro ex alleato di He-Man, e Giffen non delude dandoci Duncan, il padre di Teela. Ricordiamo che Man-at-Arms è l'unico altro, oltre Sorceress ed Orko, a conoscenza del fatto che il principe Adam e He-Man sono la stessa persona. Mi è piaciuto Giffen su Man-at-Arms, è stato molto coinvolgente nel mostrarlo nel suo stato di amnesia, come Teela e Adam. “Purtroppo”, questo albo continua il trend che i cattivi giocano con Adam, piuttosto che ucciderlo definitivamente, come Skeletor chiede. Il che fa nascere la domanda: perché Skeletor non ha ucciso Adam subito, una volta aver sconfitto He-Man e conquistato Grayskull? Sembra che ci siano alcune sottotrame più profonde qui, soprattutto in considerazione dell'introduzione di un altro personaggio della serie, il misterioso teschio fiammeggiante con cui Skeletor parla di Sorceress. Quel cranio sembra come se volesse far intendere che i cattivi "non sono riusciti" ad uccidere Adam perché vogliono infliggergli di volta in volta una spettacolare umiliazione in cui Adam soffra per quello che He-Man fece patire a tutti loro nel corso degli anni. Tale avversione alla morte rapida di Adam può essere dovuta a questa spiegazione, magari poi ne avremo la conferma. In termini di disegno, sia Adam che Teela sono molto giovani, volti adolescenziali, forse per fare contrasto con il resto del fumetto pervaso da malvagità e follia. Questo albo vede Pop Mhan al lavoro come disegnatore e inchiostratore, con Philip Tan e Ruy Jose fare solo un paio di pagine come ospiti, quasi per dare un minimo di continuità di stile, coerente con quello utilizzato fin qui. Forse Mhan era ciò di cui aveva bisogno questa serie data la confusione e incoerenza di alcuni punti nei numeri precedenti. La sua mano si adatta molto meglio a tutti i personaggi e il suo Duncan / Man-at-Arms in divisa è perfetto in quella situazione. Evil-Lyn di Mhan è un po' strana, sinceramente, da guardare, ma va bene nel contesto: quella stranezza è adatta al tipo di follia che Giffen le ha dato. Passando alla storia, la trama si potrebbe brevemente riassumere con Teela e Adam che, una volta scampati dalle “pinne” di Mer-Man, viaggiano verso un vulcano misterioso dove affronteranno Evil-Lyn e il suo signore della guerra…Man-at-arms. Riusciranno Adam e Teela a sconfiggere il loro ex alleato e amico? Lo riconosceranno? E come è finito là Duncan? Probabilmente non avremo le risposte a tutti questi quesiti, ma entriamo nel dettaglio, con la premessa che, man mano che andiamo avanti, ci accorgiamo di quanto l’arco della storia sia diversa da quella classica degli anni 80, molto più complessa, ma interessante, questo vuol dire che si sarebbe potuto facilmente fare un pasticcio, ma finora lo scorrere della trama è stato abbastanza buono. Ovviamente potrebbe essere anche migliore, ma così è per la maggior parte delle cose e, in questo caso, la nostalgia nella nostra mente per questi personaggi, sembra comunque compensare gli eventuali difetti. In questo numero i nostri due eroi, fuggiti da Mer-Man con una zattera di fortuna, si ritrovano abbandonati su alcuni detriti galleggianti e naufragano in mare aperto, con tutti i disagi e lo sconforto del caso: il caldo, la fame e la sete. Mentre Zoar cerca di scorgere dall’alto la terra, la coppia discute sul fatto che Adam ha apparentemente dimenticato di essere stato un principe. Nonostante la presa in giro di Teela, anche lei ha subìto la perdita di memoria e si è sentita guidata da sogni di eroismo, potere e un uomo con un teschio come volto, proprio gli stessi sogni di Adam. Quando Zoar ritorna con una noce di cocco (che cade sulla testa di Teela), si rendono conto che c'è un'isola vicina, la scorgono e remando ci arrivano, ma sono fatti prigionieri dai soldati che obbediscono ad Evil-Lyn, infatti, coerentemente con la loro fortuna avuta fino ad ora, la coppia appena mette piede sulla spiaggia viene stordita e raccolta da Man-At-Arms e un gruppo di guerrieri, a cui è stato ordinato di catturarli vivi e di portarli alla regina dell'isola. Anche se non sa chi sia, Man-At-Arms sente Teela molto familiare, ed è pronto a difenderla dai commenti audaci degli altri. Dopo aver incontrato questa regina - seppur legata in catene - Teela si convince che Evil-Lyn sia assolutamente folle e parlandone con Adam, entrambi confusi dal riaffacciarsi dei ricordi repressi, lui le dice di conoscere il nome della regina: Evil-Lyn…allo stesso modo, per qualche ragione, Teela dice che l'uomo che li ha catturati è suo padre. Evil-Lyn decide che la coppia sarà sacrificata per il Calderone del Destino la mattinata seguente. Successivamente conferisce con Skeletor, e gli promette che, nonostante la natura complessa del suo piano, He-Man morirà. Da notare che nel colloquio Skeletor si adira molto nel sentir nominare He-Man, non vuole assolutamente sentir pronunciare quel nome. Finito di discutere con Evil-Lyn, al Castello di Grayskull, Skeletor è infastidito dal fatto che tutti quelli che ha arruolato per uccidere He-Man complichino le cose con la creazione di trappole mortali elaborate, piuttosto che semplicemente tagliargli la gola. A quanto pare, ognuno ha la propria vendetta da soddisfare. Eppure, nel parlare con misterioso teschio fiammeggiante (chi ha letto il numero scorso probabilmente si sarà fatto un’idea della provenienza), emerge che ha paura di lasciare Grayskull e fare il lavoro lui stesso, perché teme di non essere in grado di tornare dentro al maniero. Nonostante tutte le torture inferte alla Maga Sorceress, Skeletor è convinto che lei sia la chiave per sbloccare il potere del castello e quindi non si fida a lasciarla là da sola. A tarda notte, Man-At-Arms si ritrova incapace di dormire, e decide di fare una visita ai prigionieri. Affronta Teela e le chiede perché lei lo perseguita nei suoi sogni. Tutto quello che può fare la ragazza è chiedergli se lui sia suo padre. Lui la guarda, non dice nulla, e poi torna a casa sua. Anch’egli sembra aver subito un qualche tipo di perdita di memoria come loro e pensa che qualcuno li abbia manipolati nel farli ritrovare tutti lì. Il giorno successivo, Teela e Adam sono posti su di un lungo ponte di vetro che si estende sopra il Calderone del Destino. Evil-Lyn spiega le regole: devono combattere tra di loro e chi non cadrà nel calderone sarà libero. Con aria di sfida, i due scelgono di non combattere, e in risposta, Teela è trafitta con una freccia. Con rabbia, Man-At-Arms mormora che se Teela muore, lui ucciderà Evil-Lyn, e la strega sembra sentirlo. Rendendosi conto che non hanno altra scelta, Adam e Teela accettano di combattere, anche se non sanno come porre fine a tutto questo, se uno di loro deve morire Adam ammette che salterebbe volentieri nel calderone per salvare Teela, ma lei è sicura che Evil-Lyn ucciderebbe il superstite in ogni caso, nonostante ciò che ha affermato. Mentre combattono, però, Zoar vola giù e li distrae, causando la caduta di Adam nel calderone. La narrazione si interrompe qui. Nel complesso lo svolgersi dei fatti è ordinato e sposta un po’ più in avanti la storia, poi la comparsa di Man At Arms è anche un piacevole tuffo nel passato, inoltre Skeletor finalmente ha a che fare col nome di He-Man, pur reagendo malissimo. Ancora una volta la vicenda sembra generare più domande che risposte e poi porta a chiedersi se gli ultimi due numeri della miniserie avranno spazio sufficiente per portare a una conclusione che non sia affrettata…speriamo proprio di sì! Ecco alcune tavole concesse dall'editore: Masters of the Universe #3 – Battle Cat "Battle Cat", con lo stesso titolo in italiano, è il secondo fumetto della quarta uscita RW Lion di questo mese. Continua la pubblicazione, iniziata nel numero precedente, dei corti rilasciati digitalmente all’epoca dell’esordio della miniserie ufficiale del fumetto (quella che stiamo appunto seguendo come storia principale di queste uscite italiane). Come sappiamo questi fumetti brevi ritraggono una serie di personaggi one-shot e sono disegnati da vari autori. Questo albo presenta la storia segreta di come il fidato compagno del principe Adam, Cringer, è diventato l'alleato temibile di He-Man noto come Battle-Cat. Cringer è forse uno dei migliori comprimari eroici di fantasia di sempre. Amato dai fans della serie Filmation, odiato da quelli che conobbero He-Man tramite i minicomics, questo grande vecchio gattone ha tutto: la bella vita a palazzo con tutto il cibo che può desiderare, un padrone che lo ama ed è altrettanto pigro come lui quando si tratta di fare qualsiasi lavoro. Naturalmente, una volta che si trasforma nel temibile Battle Cat, il compagno di He-Man subisce una trasformazione temibile. Il dualismo Cringer / Battle Cat non era facile da gestire in questa veste che narra le origini, ma Mike Costa è stato in grado di tirar fuori forse il miglior fumetto della serie digitale, battendo pure il precedente “Man-at-Arms” di Kyle Higgins, che non è poco. Il motivo? Il modo in cui Costa presenta i pensieri di Cringer e in cui allo stesso tempo la sua interpretazione del personaggio è animalesca. La storia è in prima persona dal punto di vista di Cringer, e gran parte di essa è un flashback di quando era un cucciolo facente parte del Green Tigor Clan, le tigri più temibili di Eternia, e avevano a che fare coi loro nemici naturali del Panther Clan. Mike Costa mostra il clan nel suo momento migliore e in quello peggiore, quando è succube di un'imboscata dei Panthers. Cringer vede i suoi amici e la famiglia, in particolare suo padre, brutalmente assassinato a sangue freddo, e fugge. La sceneggiatura di Costa fa un percorso per spiegare che cosa è che trasforma Cringer facendolo sembrare sempre così "codardo", un enorme felino che ha sempre una gran paura del pericolo. Le esperienze traumatiche della sua infanzia sono presentate in modo molto convincente, e per chi non lo amava, credo che questa sia un’opportunità per innamorarsi di un Cringer tutto nuovo. C'è poco dialogo nel fumetto, solo verso la fine quando vediamo Teela e Cringer insieme nel Palazzo. Il resto del tempo, è il pensiero di Cringer che noi "leggiamo". Questi pensieri sono di guerra e di sangue quando è Battle Cat, e tutto il contrario quando è solo Cringer. Come un cucciolo, riusciamo a sentire il suo orgoglio quando è nel suo clan e il suo terrore quando è sotto l'attacco dei Panthers. Così come Giffen reinventa i cattivi per la miniserie in corso, Costa ha completamente ripensato Battle Cat per questo one-shot. I disegni dell’albo sono realizzati da Jheremy Raapack, che ha fatto un ottimo lavoro nel portare la parola di Costa in vita tramite le sue matite. I colori di Allen Passalaqua integrano il lavoro di entrambi. Le scene con i Tigors ed i Panthers sono i punti salienti dell’albo, come lo sono le scene in cui Cringer diventa Battle Cat per la prima volta e ottiene la sua vendetta su coloro che hanno ucciso il suo clan. A questo punto, speriamo che ci sia un sequel in cantiere o qualcosa che continui ciò che Costa e Raapack hanno iniziato in questo fumetto, in modo che Cringer / Battle Cat ottenga il suo giusto spazio come un vero e proprio personaggio. Masters of the Universe #4 – Randor "Randor", anche qui con lo stesso titolo in italiano, è il terzo fumetto della quarta uscita RW Lion di questo mese. La leggenda di He-Man è conosciuta in tutta Eternia, ma prima di diventare l'uomo più potente nell'universo, suo padre, il re Randor, sconfisse le forze del male per forgiare un impero di pace. Re Randor non è mai stato un gran personaggio focale ai vecchi tempi, specie nei cartoni animati dell’epoca Filmation, dove era sempre lontano dall’azione. Ha acquistato un po’ di carattere nella serie moderna degli anni 2000, ma negli anni 80 era sempre a Palazzo a vivere la bella vita di un re sposato con un figlio, che necessitava di salvataggio da parte di He-Man quando Skeletor o qualche altro cattivo Eterniano andava direttamente contro di lui. Con questo albo, la promessa era che avremmo visto un lato diverso di Randor, qualcosa di simile, appunto, a ciò che abbiamo visto nel cartone animato del 2002. Costa, dopo Battle Cat, scrive questa storia, ma il suo lavoro è diverso da quello che ha fatto col gattone verde. La storia mostra un giovane principe Randor in piena azione, all’inseguimento di un mostro che infetta le proprie vittime, animali o umane, rendendole simile a dei violenti zombie. Nella missione a cui sta partecipando è coadiuvato da Duncan e mira a guarire con un antidoto gli esseri infettati, nonché a sconfiggere questo “mostro” che appare come verde, con mani e piedi palmati, una bocca da sanguisuga e una specie di forma “pipistrellesca” sul petto…anche a voi ricorda qualcuno?Mano a mano ci accorgiamo già che, nonostante la battaglia “finale” con quel mostro, Randor è più un uomo di testa che un soldato pronto a menare le mani, infatti sul finale del racconto si torna al presente ed emerge un riflessivo Re Randor che ha dovuto fare delle scelte pesanti durante il suo regno, addirittura sacrificare delle vite per il bene del suo reame. Con Battle Cat / Cringer, Costa ha ripensato il personaggio totalmente, ma con Randor ha presentato un lato di lui molto diverso, uno che non vediamo quasi mai in quanto l'attenzione è sempre su He-Man ei dominatori dell'universo. Questo ruolo però funziona, è unico, diverso ed è perfino appropriato al personaggio, quindi la scrittura funziona. Il problema forse è col disegno, fatto da Eric Nguyen e Tony Avina. Le matite hanno troppo del disegno di qualità per loro, non sono lisci, non c'è nitidezza. Nelle vignette dove c'è sangue, sembra facciano anche peggio perché sembra che non siano disegnate a mano, ma che sia tutto photoshoppato. Quella sensazione è aggravato dai toni di colore scuro che vengono utilizzati. E c'è una vignetta con Teela e He-Man dove lei ridacchia e rifugge da lui, come una ragazza di scuola media con una cotta… Questo fumetto penso che lo ricorderemo più per la storia che per la parte grafica. A cura di Simone (aka NikeBoyRM) In attesa di trovare in questi giorni nelle migliori edicole e fumetterie l'albo n°4 dei fumetti editi dalla Rw Edizioni (Dc Comics), ecco per voi in anteprima alcune pagine! Si ringrazia per il materiale la Rw Edizioni
A cura di Simone (aka NikeBoyRM) Terza uscita della serie “Masters of the Universe” della RW Lion: come contenuti siamo al terzo capitolo della miniserie d’esordio (il primo dei 2 fumetti inseriti in questo albo) e, dopo i due iniziali one shot sulle origini di He-Man e Skeletor contenuti nelle prime due uscite RW Lion, a partire da questo numero metà rivista conterrà 2 brevi albi usciti come serie digitale della DC nel 2012, in particolare qui abbiamo i Digital Chapter 1 e 2 dedicati rispettivamente a Sir Laser Lot e Man-at-Arms. Come sempre partiamo con ordine, dal primo fumetto, che in italiano ha il titolo: "Marea di sangue". In questo terzo numero della miniserie sembra di assistere a scorci da libro di avventura e fa la sua apparizione uno degli storici scagnozzi di Skeletor, ossia Mer-Man, il signore degli abissi. Giffen supera se stesso con quello che aveva fatto nel numero precedente, con Trapjaw / Kronis. Il restyling ha reso l’imperatore dei mari un serio e temibile personaggio che si occupa con dedizione di portare a termine un incarico, non è più un personaggio da barzelletta come negli anni 80. Nei due precedenti numeri, il tema di fondo è che gli scagnozzi di Skeletor non sono riusciti ad uccidere Adam perché sono stati o semplicemente incompetenti o si sono abbandonati ai loro deliri favorendo involontariamente la fuga di Adam. Mer-Man invece non perde tempo. Con l'aiuto di Teela, Adam sta lentamente e dolorosamente iniziando a mettere insieme i pezzi per ricordare ciò che gli è stato fatto. Sembrano colpiti entrambi da una amnesia forzata e cominciano a cercare un modo per ripristinare i loro ricordi e le loro identità del passato. Teela è la più razionale dei due, Giffen mostra molto bene questo lato di lei. Anche in passato Teela è sempre stata quella intelligente della coppia, poiché Adam ha sempre scelto di proporre una caricatura di se stesso in modo che nessuno avrebbe mai potuto rendersi conto che il principe Adam è l'identità segreta di He-Man, in stile Superman insomma. L’apice in questa avventura, oltre all’eccellente caratterizzazione di Mer-Man, si raggiunge quando vediamo Skeletor nel castello di Grayskull mentre mangia con Sorceress e anch’essa sembra essere sotto un incantesimo. Quelle poche vignette sono brutali, suggerendo le torture che il signore del male potrebbe averle fatto patire. Il disegno questa volta è leggermente migliore, anche se i tratti con cui Tan disegna le espressioni facciali dei suoi personaggi non sono sempre al top, ma il resto è abbastanza buono, Adam e Teela spiccano nel loro cambiamento in corso. Si possono percepire vari inchiostratori all’opera su questo albo, al punto che non ha esattamente un unico stile. Nel complesso, però il risultato è buono, anche perché ora la storia sta iniziando a prevalere sul disegno. Passando alla trama, alla città portuale di Sand's End, Teela e Adam sono costretti a vendere i loro Cyber-Cammelli e si impegnano a lavorare in cambio di un passaggio su una nave. Teela è certa che entrambi siano sotto l'influenza di una sorta di maledizione che fa loro dimenticare le vite precedenti. La prova di ciò, secondo la ragazza, è il fatto che la compagna di Adam, il falco Zoar, è solo un costrutto magico e non un uccello reale. Teela rileva che la raffinatezza della magia coinvolta nella sua creazione suggerisce che dietro ci sia un potente stregone, il quale starebbe cercando di guidare entrambi verso il loro destino. Nel frattempo, al castello di Grayskull, Skeletor parla di quanto in precedenza aveva lottato duramente per acquisire la spada di Adam, pensando che fosse la fonte del potere di He-Man. Ora sa, tuttavia, che la spada era soltanto un mezzo per infondere in He-Man il potere che in realtà risiede nel Castello stesso. Chiede al suo ospite a cena che lei rinunci a tenere segreto l’accesso a tale potere. Il suo ospite è la Maga del Castello di Grayskull: è praticamente in uno stato catatonico, e non può rispondere. Autorizzati a salire sul ponte della nave in cambio di lavoro, Teela chiede ad Adam ancora una volta le ragioni delle sue prestazioni da guerriero e di nuovo lui cerca di spiegarle che non sa da dove provengano le sue improvvise esplosioni di abilità in combattimento. Teela stessa ammette di non sapere da dove provengano le sue altrettanto notevoli capacità. Il capitano della nave si accorge delle abilità di Teela e suggerisce che le usi per combattere i mostri marini che li stanno seguendo da un po’. Egli spiega che queste sono probabilmente le creature di Mer-Man, che si crede il signore del mare. Improvvisamente il ponte della nave viene distrutto da un enorme mostro tentacolare, cavalcato da Mer-Man. Il diabolico servitore di Skeletor si riferisce subito al principe Adam come alla sua preda, suscitando la sorpresa sia di Teela, sia di Adam stesso. Mer-Man afferma di averli incontrati entrambi molte volte, ma si presenta comunque a loro precisando che è stato incaricato da Skeletor dell’uccisione del principe Adam e ha intenzione di portare a termine il suo compito. Nella battaglia, Teela viene afferrata da uno dei tentacoli della creatura e Adam cerca di salvarla tagliando il tentacolo. In risposta, la creatura lancia Teela in mare. Adam, inesperto, si trova faccia a faccia con Mer-Man da solo e non se la passa bene. Il suo nemico solleva un pesante pezzo di roccia sopra la sua testa per schiacciarlo, ma improvvisamente, una spada trafigge il petto del signore degli abissi da dietro, rivelando Teela, che ha scalato il tentacolo ed è salita di nuovo sulla barca. Purtroppo, Mer-Man sopravvive, e la barca comincia ad affondare mentre l'acqua sale intorno a loro. Teela e Adam sono inghiottiti dalle onde, e Mer-Man ritiene che il suo lavoro è compiuto. Fortunatamente, i due sono sopravvissuti, aggrappandosi ad alcuni detriti. Masters of the Universe #1 – Sir Laser Lot
Scritto da Geoff Johns (Justice League, Lanterna Verde, Aquaman) e disegnato da Howard Porter e John Livesay, questo è il primo dei corti digitali settimanali che sono stati rilasciati (resi disponibile digitalmente a 99 centesimi) più o meno contemporaneamente all’esordio della miniserie ufficiale del fumetto, anzi, diciamo che sono stati come un preludio alla rinascita DC Comics. Ritraggono una serie di personaggi one-shot e sono disegnati da vari autori. "The Lost Knight", in italiano “Il cavaliere perduto” è il secondo fumetto della terza uscita RW Lion di questo mese. Questo albo presenta un nuovo personaggio, Sir Laser Lot, ed è un prologo alla serie in corso, soprattutto in relazione al numero 4. Eternia è in subbuglio dopo la morte di Re Grayskull e quando il fumetto inizia incontriamo due giovani ragazzi che sono in fuga nella foresta da una tribù di uomini bestia. Sir Laser Lot li salva e li porta a casa sua, nei boschi, dove la sua identità si rivela e dove questo ex cavaliere eterniano incontra Skeletor e i suoi sgherri per la prima volta. Sir Laser Lot è un personaggio che Geoff Johns ha creato quando era un bambino di otto anni e viveva in Michigan. Geoff tirò fuori i suoi vecchi disegni d'infanzia in modo da poter mostrare alla Mattel ciò che aveva in mente quando si pensò di creare il nobile cavaliere galattico. I designers della Mattel hanno unito le nuove parole di Johns con l’arte antica e hanno creato un nuovo personaggio che ha avuto il riconoscimento ufficiale ora con il riavvio della DC Comics. Sinceramente con questo numero, non vediamo molto di Sir Laser Lot. Apprendiamo solo che era uno dei migliori cavalieri di Grayskull, che non era lì quando il re è caduto e che ha una sorta di potere particolare. E’ giusto un primo sguardo nel suo personaggio. Le matite di Howard Porter non spiccano molto. Forse le vignette con i due bambini che scappano dagli uomini bestia sono il fiore all'occhiello della storia, come anche alcune delle prime scene con Sir Laser Lot, ma la seconda metà del fumetto cala. C'è una vignetta in particolare quando vengono visualizzati i personaggi che camminano curvi verso il basso, senza ragione. Skeletor appare come un bruto corpulento super muscoloso, piuttosto che un guerriero combattente. C'è molto spazio, narrativamente parlando, per migliorare la storia: sarebbe dovuta essere il passato di Sir Laser Lot, piuttosto che un prologo alla serie in corso. Probabilmente ci sarà un secondo racconto che continuerà questa storia in seguito…almeno questa è l’impressione che se ne trae leggendola. "E' abbastanza cool," ha dichiarato John con una risatina in un’intervista. "He-Man negli anni 80 era come questo universo medievale/sci-fi che ho ritrovato e ho apprezzato come un bambino dopo che un vicino di casa mi ha dato un’action figure. C'era un sacco di creatività in questo universo e in tutti questi personaggi strani. Mattel aveva sentito che ne ero un fan da giovane, così sono venuti da me e mi hanno detto che stavano creando alcuni nuovi personaggi e mi hanno chiesto di farne uno. Così ho fatto una breve storia di otto pagine: è stato molto divertente, è un processo bizzarro creare un action figure e tornare indietro per narrarne nella storia... Attualmente sono uno dei primi che ora ha già a casa una delle prime versioni della sua action figure". Non dimentichiamo infatti che Sir Laser Lot farà poi il suo debutto come action figure presso il San Diego Comic-Con International, come un personaggio del 30° anniversario della linea. Passando alla trama: vediamo due giovani ragazzi che attraversano una palude, inseguiti da una tribù di uomini bestia. Vengono menzionati degli "scareglows" che infestano il fiume, suggerendo che, come gli uomini bestia, scareglows non siano una sola persona ma un gruppo, una specie (e presumibilmente il nostro Scareglow è semplicemente uno dei tanti, alla Beast Man). I ragazzi vengono salvati da un misterioso guerriero. Veniamo a sapere che le cose sono andate precipitando per Eternia (Preternia?) dopo la morte di Re Grayskull, quindi sappiamo che siamo in un lontano passato. Il guerriero porta poi i ragazzi alla sua caverna, dove scoprono che in realtà egli è Sir Laser Lot, uno dei più grandi cavalieri di Re Grayskull. Laser Lot sembra essere devastato dal senso di colpa tipico del sopravvissuto e preoccupato di avere "perso" la spada di Re Grayskull. Egli promette di ritrovarla e di dare la caccia agli assassini di Grayskull. Improvvisamente la sala si riempie di nebbia viola e si ode una voce che grida per avere un misterioso teschio che finora è stato tenuto inspiegabilmente nella grotta (e sembra molto simile ad Hordak!). Sir Laser Lot finisce per essere tirato attraverso una spece di passaggio temporale (e c'è un riferimento all’Agente Spector, che potrebbe rilevare la perturbazione dello spaziotempo) e si trova al cospetto di Skeletor e i suoi Guerrieri del Male, i quali sfoggiano il nuovo look riprogettato dalla DC. Le reazioni dei fan verso il nuovo design fu inizialmente negativo, ma in seguito questa negatività è scemata. Lo stesso accadde per il fatto che la serie digitale si stava concentrando su questi nuovi personaggi, piuttosto che quelli stabiliti: questo causò un certo sgomento tra i fan inizialmente. Piccola chicca finale: pare che in realtà, Mattel abbia avvicinato molti disegnatori di grande nome per proporre loro la creazione di personaggi per la linea del 30° Anniversario, ma a causa del basso budget dedicato a questa serie, tali creatori non sarebbero stati pagati. L’unico compenso sarebbe stata gloria e piacere personale per l’orgoglio di vedere una propria creazione trasformata in un’action figure. Johns è l'unico che ha accettato, perché è un fan e ha ritenuto che fosse una bella idea…come avrebbero fatto molti di noi! Masters of the Universe #2 – Man-At-Arms "Man-At-Arms", con lo stesso titolo in italiano è il terzo fumetto della terza uscita RW Lion di questo mese. Kyle Higgins è uno dei migliori creatori che lavorano con la DC in questo momento (il suo Nightwing è stato semplicemente eccellente), qui si concentra su Man-at-Arms e lo mostra sotto una nuova luce. La storia presenta Man-at-Arms come uno pseudo agente speciale sotto gli auspici della Maga Sorceress. Questa volta Duncan ha il compito di infiltrarsi nella roccaforte di una tribù di stregoni che hanno rubato una delle due gemme che un tempo formavano gli occhi di Grayskull. Può sembrare strano, ma leggendo questo fumetto, può venire alla mente Batman o meglio ancora James Bond! La similitudine non è poi così strana: Duncan è sempre stato un uomo che inventa gadget e il modo di infiltrarsi nella roccaforte, nonché quello di uscirne, è da vero agente segreto. Inoltre in questa avventura si vede il suo rapporto con Sorceress (da sempre rapporto pieno di segreti e sfaccettature) a cui risponde per le rime, eseguendo poi i suoi ordini, come il buon Daniel Craig con la sua “capa” M negli ultimi film di 007. Il disegno di questo albo è gestito principalmente da Pop Mhan, che è anche l'attuale artista nella serie in corso a partire dal numero 4. Il suo Duncan non è solo d’azione, ma pure ingegnoso, come resa grafica è molto fedele al vecchio Filmation, ma più muscoloso e ben costruito, che non dispiace affatto ai fini del suo ruolo nella serie. Con i suoi colori, Carrie Strachan fa un grande lavoro a completamento dei disegni di Mhan, fanno un buon team creativo insieme. Non accade mai che il fedele amico di He-man, Man-at-arms, venga inviato inviato in una missione e sia al centro della narrazione. Possono vincere la sua intelligenza e le armi di cui dispone contro il potere arcano? Può riuscire da solo a portare a termine una missione senza l’aiuto di He-Man? Una curiosità, il rilascio del fumetto su Battle Cat era previsto fino a poco prima dell’uscita come secondo numero della serie digitale, invece poi è stato scelto Man-At-Arms, capitano della guardia di Eternia. La trama della storia, più in dettaglio, segue il tentativo di Man-At-Arms di recuperare Crono, una delle due reliquie che un tempo servivano come occhi del Castello di Grayskull, prima che fossero rubati da tribù rivali. Sorceress chiede a Duncan di recuperare Crono dal “Clan dei Knoll”, che lo detengono nel loro tempio apparso improvvisamente sulle montagne. Duncan si infiltra loro santuario (facendo uso di alcuni strumenti di invisibilità e la tecnologia di visione a raggi infrarossi) e trova il gioiello, ma il mago che governa il tempio lo attacca e cerca di catturarlo o fermarlo. Nonostante Duncan sia spogliato della sua armatura e delle armi, la sua preparazione (alla Batman) gli permette di vincere la lotta. Quando riporta Crono alla Maga, lei si offre di guarirlo magicamente ma lui risponde: "Apprezzo l'offerta, Sorceress, ma mi conosci…non sono un uomo di magia." Kyle Higgins è abbastanza nuovo come scrittore di fumetti, ma se la cava, specie considerato che si tratta di uno one-shot di poche pagine. Riesce ugualmente con la storia a delineare degli aspetti del carattere di Man-At-Arms, che non sono stati toccati troppo spesso negli anni: c’è posto anche per lui in un mondo pieno di maghi e superuomini. Il terzo albo RW Lion si conclude ancora con il redazionale di Lorenzo Bianchi che affronta stavolta i retroscena dell’approdo in televisione della serie Filmation, commissionata dalla Mattel. Molto interessanti i retroscena dei diritti televisivi, i particolari sul modo di realizzare i cartoni animati e la faccenda delle “morali” alla fine di ogni episodio. Esce in questi giorni in fumetteria ed edicola il n°03 edito da Rw Edizioni, e per voi in anteprima alcune pagine! (si ringrazia l'editore per il materiale). A breve la recensione!
A cura di Simone (aka NikeBoyRM) Siamo giunti alla seconda uscita italiana della collana targata RW Lion dedicata ai beniamini degli anni 80, il secondo numero della miniserie con cui hanno esordito nuovamente He-Man e i Masters of the Universe è il primo dei 2 fumetti inseriti in questo albo. I MOTU hanno intrapreso questa strada per riemergere dal passato e riconquistare il posto che avevano nell’immaginario collettivo all’epoca, ci riusciranno? Per ora la scelta, degna di nota, che dà un tocco di novità al prodotto, è stata quella di ambientare la situazione partendo da un presupposto mai avvenuto nella lunga vita di questo brand, ossia che Skeletor, il signore delle forze del male, ha preso il potere. Nel frattempo, la DC, ci fornisce degli one shot, delle uscite singole, in cui fa un salto nel passato e ci racconta le origini dei più leggendari protagonisti della serie, stavolta infatti troviamo nel secondo numero itailano la storia delle origini proprio di Skeletor, personaggio così importante che la RW gli dedica la copertina. Ma andiamo con ordine, partiamo dal primo fumetto, che in italiano ha il titolo: "Tempesta nel deserto". Si tratta del secondo episodio della miniserie, che apre il numero di questa seconda uscita italiana. Troviamo Adam in viaggio, per recuperare inconsapevolmente il potere di He-Man. (Ri)trova Teela sulla sua strada, mentre Skeletor continua a scatenare i suoi servi per distruggerlo e ed impedirgli di ritrovare i suoi compagni: stavolta viene incaricato Trap Jaw di tale compito. Adam è nel deserto, dove viene catturato dai nomadi tribali che rispondono a Trap Jaw, un altro classico personaggio dei MOTU. Keith Giffen ha inspiegabilmente assunto i compiti di scrittura da questo episodio e bisogna ammettere che il suo lavoro ha migliorato enormemente quella del precedente numero, aumentando la sensazione nel lettore che la serie potrebbe essere sulla strada giusta. La cosa che colpisce di più è il ritratto che Giffen fa di Trap Jaw . Nei cartoni animati dell'epoca Trap Jaw era sempre troppo comico, con una risata che lo faceva sembrare un pessimo villain da b-movie. Giffen invece dà Trap Jaw una personalità molto diversa rispetto a prima: ora è un personaggio sofisticato che nasconde molto più di quello che si vede e certamente un servo capace per Skeletor, a differenza dello sciocco maldestro di prima. Questa “crescita” del personaggio, ad onor del vero, si era già vista nella serie degli anni 2000 e ancora di più nei fumetti legati a quella produzione, di riflesso qui lo vediamo infatti accennare alle sue origini narrate proprio in quell’occasione. Teela fa la sua apparizione tra gli schiavi di Trap Jaw. Anche lei sembra aver perso i suoi ricordi, ma ricorda, come Adam, di essere stata molto più di ciò che è ora. Questi “lampi” dei due ragazzi sembrano il preludio per la tempesta che potrebbe seguire. La grafica di Tan ci mostra degli occhi particolari dei personaggi, che potrebbero non piacere, anche le facce possono sembrare a volte indistinte, il disegno si alterna con quello di Howard Porter in cui i personaggi hanno espressioni più genuine. All’inizio della storia Giffen si ricollega al finale di Robinson del primo numero mostrandoci una discussione di alcune pagine tra BeastMan e Skeletor al Castello di Grayskull, dopo il fallimento del servitore nel compito di uccidere Adam. Skeletor è particolarmente deluso, BeastMan sostiene a sua discolpa che Adam non è completamente senza abilità come loro immaginavano. L’ancora vago tentativo di cancellare la sua memoria completamente non è riuscito a cancellare anche la sua propensione istintiva alla battaglia . Skeletor mostra pietà per BeastMan, ma sottolinea che suo “nipote” deve morire, se non resta entro i confini. Adam, nel frattempo, ha viaggiato nel deserto profondo, con la guida del suo amico pennuto Zoar . La sua sete cresce, ma al massimo ha a disposizione cactus da spremere per beneficiare della loro umidità. Fortunatamente vede alcuni viandanti all'orizzonte, però quando arrivano presso di lui lo riconoscono e lo fanno prigioniero portandolo all’accampamento e gettandolo ai piedi del loro leader Kronis, chiamato anche Trap Jaw, il quale spiega ad Adam che è stato catturato per ordine di Skeletor. Il comandante dei predoni, ma servitore di Skeletor, fa rinchiudere Adam con la promessa che egli avrà la possibilità di presentare una petizione per la propria vita il giorno successivo. Quella notte, una giovane donna che sostiene di essere stata inviata da Trap Jaw per dare acqua al prigioniero, guadagna l'accesso alla cella di Adam. Il giovane deduce subito che lei non vorrebbe essere lì, e le chiede il suo nome. La donna risponde che il suo nome è Teela. Prima che possano scambiare qualche parola in più, la guardia si insospettisce, e la trascina via. In mattinata, Trap Jaw spiega che Adam deve scegliere una persona a cui farà una petizione per la sua libertà. Se quella persona gliela negherà, egli dovrà combattere con lei fino alla morte. Se sopravvive, Adam dovrà presentare di nuovo una petizione ad un’altra persona, fino a quando gli verrà concessa la libertà oppure fino a quando lui o tutte le persone a cui avrà chiesto saranno morte. Naturalmente, nessuno degli uomini di Trap Jaw accetta, così Adam viene spinto in una battaglia uno contro tutti, per conservare la sua vita. Afferrando una spada, Adam combatte con un’abilità che non sapeva di avere. Improvvisamente, però, si sente tremare la terra sotto i piedi e gli avversari si disperdono. Trap Jaw decide di finire il lavoro, ma il brivido nella terra diventa sempre più intenso, fino a quando scoprono che il rombo è causato da una carica precipitosa di creature a capo della quale c’è Teela, che ha generato questo diversivo al fine di salvare la vita di Adam. Trap Jaw e il suo popolo vengono calpestati favorendo la fuga della coppia. Adam è sorpreso di apprendere che nonostante Teela conosca il suo nome, lei non sappia come faccia a conoscerlo…Proprio come lui non sapeva come maneggiare una spada, ma in battaglia ha saputo usarla abilmente. In ogni caso, la coppia ha molto da raccontarsi, non ultimo il fatto che Zoar non è un uccello, secondo Teela. Passiamo al secondo fumetto contenuto in questo secondo albo di RW Edizioni: Masters of the Universe: L’origine di Skeletor è un fumetto singolo del 2012 scritto da Joshua Hale Fialkov e illustrato da Frazer Irving, in italiano ha il titolo: "Senza titolo", tradotto direttamente dall'originale "No title". Per chi conosce i MOTU dai cartoni anni 80, Skeletor non aveva un’origine all’epoca, anzi, era pure una sorta di barzelletta in termini di “cattivo”. Si è guadagnato il suo posto come nemesi di He-Man attraverso tanti piani falliti di rovesciare il governo eterniano e di conquistare i segreti di Grayskull per governare il pianeta. Ma come ha fatto il mago oscuro di Snake Mountain a sprofondare negli abissi della sua follia?
Sempre nel cartone animato Filmation, al massimo si apprendeva (ma solo a serie ormai conclusa e quindi nella serie di She-Ra) che il signore del male in passato era stato un apprendista di Hordak, cosa che ritorna anche qui, ma questo fumetto in particolare si basa sull'origine MOTU Classics di Keldor come illegittimo fratellastro di Randor, non molto diversa da quella che ci ha dato la serie del 2002…tranne che per il motivo per cui Keldor non può essere re dopo Miro, pur essendo il figlio maggiore: è di razza mista, quindi non perché � illegittimo. Effettivamente questa sottigliezza razzista, come fosse culturalmente radicata pure ad Eternia, stride con qualsiasi dei mondi di He-Man che conosciamo. In realtà abbiamo un primo approccio con Keldor nei fumetti fin dagli anni 80: nel minicomic “Alla ricerca di Keldor”, Skeletor viene a sapere che He-Man è alla ricerca di Keldor, il fratello perduto di Re Randor. Il signore del male sembra preoccupato da questa situazione, tanto da ammettere che se il "segreto di Keldor" venisse scoperto, la cosa lo distruggerebbe. Ma all’epoca si ipotizzò solamente che fossero la stessa persona. La vicenda è stata ripresa (fino a diventare una parte esplicita di continuità) nella serie del 2002 della Mike Young Productions: il malvagio nemico di He-Man appare nel primo episodio con sembianze umane (ma sempre con la sua caratteristica carnagione azzurra) e col nome di Keldor. Questa è l'unica serie animata in cui viene raccontata tutta la storia passata di Skeletor e viene citato con un nome precedente. Non viene però accennata nessuna parentela con Randor e non viene dato spazio a quest'ipotesi: il rapporto tra loro sembra essere di puro antagonismo. Durante la battaglia per assaltare il Consiglio degli Eldar al Palazzo dei Saggi, i due si battono e Keldor rimane sfigurato e ferito a morte da una potente fiala d'acido che aveva con sé per minacciare i saggi, ma che gli schizza in faccia per intervento di Randor. Per salvarsi la vita stringe un patto con Hordak, in questo caso uno stregone prigioniero in un'altra dimensione, che però non gli restituisce il suo vecchio aspetto, ma lo trasforma nel demoniaco Skeletor. Nel nostro fumetto DC invece Randor è presentato come un personaggio piuttosto debole e anche Keldor è del tutto insignificante, ma per ragioni di narrazione: Keldor ci dice in questo albo ripetutamente quanto grande egli sia, ma non abbiamo mai modo di vederlo, tutto ciò che vediamo è un perdente egoista patetico con la sua faccia semi fusa, che rivive le situazioni e le persone che hanno plasmato la sua esistenza e alla fine lo hanno portato al lato oscuro. Con questo albo il nostro Skeletor ottiene finalmente una storia possente riguardante le sue origini: a mio parere è il momento giusto per approfondire il personaggio, che, proveniente dalla cultura pop, è ancora fresco dopo 30 anni. Qui non siamo sicuri ancora dei motivi che hanno portato Keldor a diventare Skeletor, ma ora sappiamo che le frustrazioni del giovane Keldor, per il trattamento di suo padre Miro, lo hanno portato a consultarsi con il malvagio noto come Hordak e poi a tradire il regno e suo fratello aiutando appunto il suo mentore malvagio a portare la guerra su Eternia. Keldor si sente naturalmente disprezzato e apparentemente tradì la sua famiglia, si capisce che ha iniziato una guerra contro Randor dopo che questi salì al trono. La storia inizia dopo la guerra ed è implicito che Keldor stia morendo come è implicito che abbia sacrificato la sua identità, la fiducia di suo fratello e il suo sangue: ha donato tutto ciò che sapeva a Hordak, in cambio della possibilità di vivere e in cambio del potere a lui concesso come suo nuovo apprendista, Skeletor. Osserviamo anche che il sangue di Randor è una componente necessaria in questo schema. Dopo tutto, spesso e volentieri, i grandi cattivi soffrono di un qualche tipo di trauma o di disagio che li porta a diventare ciò che sono, ma se la maggior parte delle persone che leggono questo fumetto ha già una buona idea circa l'origine di Skeletor, questo episodio non stupirà. Se invece siete nuovi al brand di He-Man, la storia di cui stiamo parlando solleverà molte domande insieme alle molte risposte, ad esempio il tradimento di Keldor, il suo viso come corroso dall’acido, il perché la gente odia i Gar, ecc…oltre al chiedersi quali rapporti intercorrono tra questi personaggi. L’aspetto positivo da considerare comunque è che Skeletor è finalmente dark, non è il buffone visto nella vecchia serie animata. Ora ha una natura più viziosa, un’origine inquietante e avvincente. E' un peccato che la storia non sia più lunga, ma magari, chissà, potrebbe essere ripresa o approfondita più in là, anche perché sembra in alcuni punti come “affrettata” per essere contenuta in un albo unico. In definitiva la caduta non solo esteriore, ma anche interiore, di Keldor è ciò che rende queste pagine avvincenti, assistiamo alla morte di Keldor e dalle sue ceneri assistiamo contemporaneamente alla nascita di Skeletor, che prende vita dalla disperazione mescolata con il male latente. Il fatto che Keldor ha il suo volto bruciato, non va visto come solo l'atto fisico di bruciare la sua faccia, ha una radice emotiva, è come se stesse strappando via chi doveva diventare per trasformarsi in quello che sarà. Nel suo cuore, l'origine di Skeletor è anche una emozionante storia di onore. Keldor si trova a dover lottare con la società eterniana in cui il sistema non funziona per lui, nessuno vede questa ingiustizia, ma lui non l’accetta e decide di smettere di giocare, perché percepisce delle regole arbitrarie. Se vogliamo è una reazione molto umana, comprensibile, in qualche frangente l’abbiamo avvertita dentro ognuno di noi quella sensazione di “non è giusto”. La prima pagina è già un ottimo ritratto del volto di Keldor che ha iniziato a bruciare. Ci consente di sapere subito gli orrori che sta vivendo durante la sua lenta metamorfosi in Skeletor. E' pieno di dettagli questo ritratto, soprattutto agli occhi, che dà al lettore uno sguardo nella sua follia mentre fuoriesce. Subito dopo l’orribile (e per ora inspiegabile) infortunio al suo viso, assistiamo ad una variegata serie di frammenti di flashback alternati a scene di Keldor aggrappato alla vita mentre lotta per finire la sua missione. Per andare avanti e indietro tra il presente e l'infanzia, vengono utilizzati un paio di stili artistici diversi, in cui il passato è reso in bianco e nero con brevi spruzzate di colore, il che può dare la sensazione di disegni grezzi e incompiuti, dovuta anche al fatto che a volte può essere difficile dire esattamente quanti anni abbiano Randor e Keldor nei vari flashback, aumentando l’inutile confusione nella storia. Nell’albo i momenti di quiete spesso hanno più spazio di pagina rispetto alle scene pesanti di dialogo, ad esempio l’immagine di Keldor che cade giù per le scale e si frantuma è piena di significato e desta nel lettore un senso di stupore drammatico e straziante. Gli inchiostri sono pesanti, i colori poco nitidi, immagini volutamente surreali, sfondi minimali, sono tutti elementi che stavolta si adattano abbastanza bene con la narrazione torbida. Hordak addirittura assomiglia a qualcosa di simile a un Transformer della saga cinematografica, per non voler citare somiglianze più altisonanti come le opere dell’artista Hans Ruedi Giger che ci ha lasciati pochi giorni fa. L' unica vera pecca dello stile di Irving è il fatto che le immagini mancano di fluidità nella maggioranza dei casi, sembrano statiche come se niente si muovesse, ma forse è voluto, per dare un tono pesante alla vicenda. Forse in definitiva il racconto si basa troppo sulla previa conoscenza del lettore dei personaggi per chiarire vari punti della trama, in particolare quando Hordak entra in scena. Di certo, ora che il marchio se lo può permettere, si arriva a formulare un tipo di storie più scure e complicate, che i creatori originali mai si sarebbe aspettati. Fialkov stesso dice che “Si arriva a giocare con questi giocattoli in modi nuovi ed entusiasmanti. Prima era più <<Facciamo quello che pensiamo i ragazzi vogliono, mentre ora si arriva a raccontare storie che sono ciò che gli adulti vogliono>>". In questo caso ne avremo da guadagnare noi lettori! Anche il secondo albo dei MOTU targato RW Lion si chiude con una parte redazionale dell'esperto Lorenzo Bianchi che prosegue a raccontare la storia del brand, esplorando i primi 4 leggendari minicomics, gli albetti allegati a quelle che oggi chiameremmo action figures e che al tempo ci arrabbiavamo nel sentirli chiamare spesso dai giocattolai "pupazzetti". Forse all'epoca non si percepiva ancora l'epicità dei personaggi e delle loro vicende, ma forse anche grazie all'abilità di Alfredo Alcala e Donald Glut che ne hanno narrate le prime vicende nei minicomis, i Motu hanno piano piano ricevuto il rispetto che meritavano, tanto da esordire poi tra i fumetti DC Comics per la prima volta nel 1982 accanto addirittura a...Superman! Anche questo viene svelato da Lorenzo nella parte finale del redazionale. A cura di Simone (aka NikeBoyRM) Forse, se si nasce fortunati, è uno dei periodi più belli della vita, il più spensierato, quello in cui si può sognare di essere chiunque e di fare qualsiasi cosa, se poi si è negli anni 80 e ci si imbatte in “He- Man e i dominatori dell'universo”, allora la magia dell’infanzia sembra ancora più intensa, come intenso è il ricordo che ci ha lasciato questa serie con i suoi personaggi. In questi ultimi anni sembra scoppiata la mania per riportare in auge fumetti, cartoni animati e giocattoli di quell’epoca che è rimasta nel cuore di tanti, bisogna ammettere però che He- Man non è un eroe facile da riportare alla ribalta, già la sua identità segreta, il principe Adam, sembra da sempre un pavido fannullone che non è in grado di fare nulla, per assurdo ogni altro MOTU (acronimo di Masters Of The Universe, chiamati all’epoca in italiano “I Dominatori dell’Universo") sembra essere più cool dello stesso He-Man. Narra la leggenda che già il nome “He-Man”, all’apparenza sciocco, sia stato scelto dal suo creatore proprio perché era talmente generico che avrebbe potuto adattarsi a qualsiasi contesto, ma serviva ad esaltare la forza, una figura maschile dominante che avrebbe risolto ogni problema, immagine ormai non più al passo coi tempi, per non parlare della truppa definita appunto “I Dominatori dell’Universo”. Nonostante tutto questo, che potrebbe ostacolare la vendita di questo brand ai nostri tempi, He-Man è contornato da personaggi e situazioni davvero cool ancora oggi. Il malefico Skeletor ha un look, un volto e una storia davvero intriganti, i suoi servi dai colori incredibili e dalle peculiarità uniche hanno un fascino senza tempo e anche i “buoni” hanno tutti espedienti, look, colori e capacità che li rendono unici, se tutto questo non bastasse, vivono in un mondo che mescola magia, scienza e tecnologia, pieno di ambienti, popoli e situazioni diverse, ditemi voi se questa non è una grande fucina per idee sempre nuove! Così, quando la DC ha annunciato che stava rilasciando la miniserie “He-Man ei dominatori dell'Universo” (6 numeri) con al timone lo scrittore di grande talento James Robinson a fianco dell'artista Philip Tan e all’inchiostratore Ruy Jose, la sensazione era che la vecchia reliquia degli anni '80 sarebbe stata rianimata con un nuovo interessante prodotto in grado di colmare il divario tra allora e adesso. C’è da dire che Masters of the Universe ha una lunga storia a fumetti , a cominciare dai minicomics imballati con i giocattoli originali nel periodo1982-1987, rimasti nel cuore dei fans per i grandi disegnatori (cito ad esempio Alfredo Alcala) e anche per il lavoro dei creatori come Bruce Timm e Stan Sakai . Da lì si è passati alla serie a fumetti da DC datata circa 1982 (tra cui un crossover con Superman), una serie di Image nel primi anni del 2000 dedicata alla rinascita del brand con il nuovo cartone animato e le nuove action figures, fino al più recente adattamento della Dark Horse Comics, che ha collaborato con Mattel per creare una nuova serie di minicomics per i suoi giocattoli MOTU Classics. Quindi, in un certo senso, questa serie segna una sorta di ritorno alla DC per He-Man e compagnia. Passando ad analizzare il fumetto, premetto che, pur avendo regolarmente acquistato tutti i numeri americani mano a mano che escono, sapendo della futura uscita italiana (o meglio,credendoci fermamente), NON li ho letti…è stata dura resistere, ma ce l’ho fatta e quindi ora li sto leggendo via via che escono in italiano, insieme a molti di voi, per la prima volta. Anche le recensioni le farò mano a mano, dopo averne letto ognuno, in modo da inserire le impressioni che vengono fuori di volta in volta, le sensazioni e anche le ipotesi che potranno rivelarsi giuste o sbagliate. Il progetto editoriale della DC Comics è stato lanciato in America nel 2012 con una serie di 8 fumetti in formato digitale che esplorano il mondo di Eternia, è proseguito con una miniserie di 6 numeri, con 3 numeri singoli riguardanti le origini di He-Man, Skeletor e Hordak, poi con una miniserie di 6 numeri che vede i nostri beniamini contrapposti ai supereroi dell’universo DC e ora con una serie regolare che ha ripreso la numerazione dal 7 in poi. La casa editrice italiana RW Edizioni (etichetta Lion) ha abbracciato il brand e ha dedicato a He-Man and the Masters of the Universe una regolare serie mensile di comics di cui sono finalmente usciti i primi 2 albi. Il formato è 16,8 x 25,6 con 48 pagine a colori spillate. La copertina riprende quella americana e nel primo numero sfoggia He-Man nella classica posa di trasformazione, ovviamente riconosciamo il logo, il castello di Greyskull, così come nella variante americana del primo numero con la copertina dedicata a Skeletor e alla Montagna del Serpente, varianti che la RW Edizioni ci mette dentro gli albi per non farci perdere nulla rispetto alla versione originale. Il primo numero contiene due storie: il primo capitolo della miniserie iniziale e la storia delle origini di He-Man. Partiamo dal primo fumetto, che ha in italiano il titolo: "Il cercatore". Anche qui da noi, prima dell’uscita del numero 1 della miniserie, comiciò a girare una pagina con un Beast Man particolarmente impressionante, più di Skeletor, il che sembrava strano perché Skeletor dovrebbe sempre essere il malvagio con più “fascino”…questo era uno dei particolari per cui a prima vista sembrava che questo primo numero non fosse particolarmente convincente, ma siamo agli inizi, era giusto concedere loro un periodo di rodaggio. Altro elemento destabilizzante era che in questa nuova storyline, He-Man non ricorda più la sua vita come He-Man. Crede di essere solo un semplice boscaiolo di nome Adam, e tutto il mondo di He-Man sembra essere solo un sogno per lui. Poi, quando il mistico uccello Zoar gli appare, Adam viene pervaso da una voglia di viaggiare lontano da suo padre infermo, Fedor, raccontando che “sente magicamente” ciò che deve fare e si incammina. Fin quando Beast Man esce dal bosco e lo attacca, dicendo che Adam vaga un po' troppo lontano da dove dovrebbe. Segue una lotta, in cui degli istinti riemergono e l’umile boscaiolo Adam, senza nemmeno capire perché e come sia possibile, affronta la bestia senza tirarsi indietro, presentandoci così un altro destabilizzante personaggio che poco ha a che fare con il principe Adam dei cartoni anni ‘80. Proprio a questo punto ci rendiamo conto, anche dalle scene della lotta che non descrivo, che il fumetto non è destinato ai bambini. La situazione anomala induce pensieri strani se non addirittura completamente inversi rispetto alla serie classica...sembra quasi che sia Adam a non esistere, ad essere il frutto di una amnesia di He- Man, magari apparentemente bandito e relegato nel bosco da Skeletor…chissà, è solo una mia sensazione come ho scritto nella premessa, visto che sto leggendo mano a mano per la prima volta questa uscita italiana. Avendo letto la maggior parte dei minicomics e fumetti dei MOTU, mi rendo conto di una grossa differenza tra questa nuova serie (almeno finora) e i prodotti editoriali citati all’inizio: quelli sembravano troppo spesso una malcelata scusa di coinvolgere una grande quantità di personaggi, per “pubblicizzarli”, ossia per introdurre nuovi personaggi per la linea di giocattoli , questo fumetto sembra un vero e proprio tentativo di raccontare un buona storia di He-Man e i Masters. E’ pur vero però che ci sono molti personaggi a disposizione all'interno di questo universo, quindi spero che continuino a usarli inserendoli nel modo giusto e al momento giusto all'interno della storia anziché accumularli inutilmente facendo pronunciare loro anche solo una battuta. Per ora direi che la storia è coinvolgente e diversa, ha qualcosa di insolito e innovativo per i fans di lunga data di He-Man, riuscendo a non tradire chi ha nostalgia per questi personaggi e sente il bisogno di una riconnessione con loro, ma allo stesso tempo coinvolgendo il nuovo lettore che conosce molto poco dei Masters of the Universe. L' unico peccato è che He-Man ei dominatori dell'universo # 1 è troppo breve. Ma è un po’ lo stile di molti fumetti americani. Positivo, per stimolare la curiosità del lettore, è il fatto che si è portati a pensare che le cose non sono quello che sembrano, che la storia dell’He-Man come lo conosciamo è nascosta da qualche parte in questo racconto, che risulta ancora più bello se si ha familiarità con il mito. Passiamo ora al secondo fumetto contenuto nel primo albo RW: le origini di He-Man, il titolo dato all'episodio è: "L'inizio". Noi fans dei MOTU ci siamo sempre accontentati della formula recitata nella sigla iniziale del cartone animato: “favolosi poteri mi sono stati rivelati", ma se ci riflettiamo è davvero poco per narrare le origini di He-Man, l’uomo più forte dell’intero universo. La DC ha creato un fumetto per colmare questa mancanza: “Masters of the Universe : The Origin of He- Man”. Il racconto, uscito come speciale singolo in USA e come secondo fumetto della prima uscita RW Lion in Italia, getta luce su come il principe Adam abbia acquisito tali favolosi poteri in questa nuova continuità. Purtroppo, questa narrazione non è all’altezza di quella vista nella serie animata del 2002, in quanto è troppo limitata e stranamente singolare. Joshua Hale Fialkov complica un semplice racconto rompendo la cronologia e presentando scene fuori sequenza e, dai rumors che ci furono durante le uscite americane, pare che anche nell’uscita riguardante le origini di Skeletor abbia seguito la stessa impostazione, ma questo lo sapremo il mese prossimo quando uscirà anche da noi quello speciale singolo sul signore del male. Se fatto bene, questo approccio può ravvivare parecchio un racconto. Ma qui l'approccio sembra non riuscito, si è quasi tentati di strappare le pagine e riorganizzarle, tanto sembrano arbitrarie le inquadrature che si susseguono. L'intera storia si svolge nel corso di pochi minuti . Si inizia con Skeletor che invade il palazzo di Eternia e termina con Adam trasformato in He-Man per combattere il suo acerrimo nemico per la prima volta (la cui vera identità la conoscono per ora solo i veri conoscitori di tutte le continuity dei Masters of the Universe) senza mostrare prima la vita di Adam e l’educazione ricevuta, speriamo che sia il fumetto regolare a colmare queste lacune, qualcosa infatti si intravede nel primo numero appena recensito, anche se ancora non appare chiaro. Dal punto di vista grafico invece la resa delle scene è potente e dinamica e l'approccio pittorico si adatta bene al tono del franchise che più volte ci ha mostrato i MOTU in opere talmente ben fatte da apparire come quadri. Inoltre i colori sono ricchi e sfumati. Sembrano mancare un po’ gli sfondi, tanto che il mondo intorno ai personaggi appare freddo e sterile e di conseguenza il senso della narrazione soffre. La sceneggiatura di Fialkov eccelle quando si tratta di un dialogo e il suo approccio ci catapulta in maniera drammatica tra i personaggi che è quanto di più lontano dallo stile della serie animata originale. Skeletor si presenta come un cattivo imponente . Adam è un vero e proprio eroe qualunque. Anche Sorceress brilla nella sua breve apparizione . Si ha la sensazione che in una situazione più ampia su cui lavorare Fialkov potrebbe facilmente eccellere con questo franchise. Il primo numero si chiude con una parte redazionale di Lorenzo Bianchi sulla storia del marchio Masters of the Universe dal titolo "Genesi di una leggenda". Si ringrazia RW Edizioni per il materiale grafico
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