Forse, se si nasce fortunati, è uno dei periodi più belli della vita, il più spensierato, quello in cui si può sognare di essere chiunque e di fare qualsiasi cosa, se poi si è negli anni 80 e ci si imbatte in “He- Man e i dominatori dell'universo”, allora la magia dell’infanzia sembra ancora più intensa, come intenso è il ricordo che ci ha lasciato questa serie con i suoi personaggi.
In questi ultimi anni sembra scoppiata la mania per riportare in auge fumetti, cartoni animati e giocattoli di quell’epoca che è rimasta nel cuore di tanti, bisogna ammettere però che He- Man non è un eroe facile da riportare alla ribalta, già la sua identità segreta, il principe Adam, sembra da sempre un pavido fannullone che non è in grado di fare nulla, per assurdo ogni altro MOTU (acronimo di Masters Of The Universe, chiamati all’epoca in italiano “I Dominatori dell’Universo") sembra essere più cool dello stesso He-Man.
Narra la leggenda che già il nome “He-Man”, all’apparenza sciocco, sia stato scelto dal suo creatore proprio perché era talmente generico che avrebbe potuto adattarsi a qualsiasi contesto, ma serviva ad esaltare la forza, una figura maschile dominante che avrebbe risolto ogni problema, immagine ormai non più al passo coi tempi, per non parlare della truppa definita appunto “I Dominatori dell’Universo”. Nonostante tutto questo, che potrebbe ostacolare la vendita di questo brand ai nostri tempi, He-Man è contornato da personaggi e situazioni davvero cool ancora oggi. Il malefico Skeletor ha un look, un volto e una storia davvero intriganti, i suoi servi dai colori incredibili e dalle peculiarità uniche hanno un fascino senza tempo e anche i “buoni” hanno tutti espedienti, look, colori e capacità che li rendono unici, se tutto questo non bastasse, vivono in un mondo che mescola magia, scienza e tecnologia, pieno di ambienti, popoli e situazioni diverse, ditemi voi se questa non è una grande fucina per idee sempre nuove!
Così, quando la DC ha annunciato che stava rilasciando la miniserie “He-Man ei dominatori dell'Universo” (6 numeri) con al timone lo scrittore di grande talento James Robinson a fianco dell'artista Philip Tan e all’inchiostratore Ruy Jose, la sensazione era che la vecchia reliquia degli anni '80 sarebbe stata rianimata con un nuovo interessante prodotto in grado di colmare il divario tra allora e adesso.
C’è da dire che Masters of the Universe ha una lunga storia a fumetti , a cominciare dai minicomics imballati con i giocattoli originali nel periodo1982-1987, rimasti nel cuore dei fans per i grandi disegnatori (cito ad esempio Alfredo Alcala) e anche per il lavoro dei creatori come Bruce Timm e Stan Sakai . Da lì si è passati alla serie a fumetti da DC datata circa 1982 (tra cui un crossover con Superman), una serie di Image nel primi anni del 2000 dedicata alla rinascita del brand con il nuovo cartone animato e le nuove action figures, fino al più recente adattamento della Dark Horse Comics, che ha collaborato con Mattel per creare una nuova serie di minicomics per i suoi giocattoli MOTU Classics. Quindi, in un certo senso, questa serie segna una sorta di ritorno alla DC per He-Man e compagnia.
Passando ad analizzare il fumetto, premetto che, pur avendo regolarmente acquistato tutti i numeri americani mano a mano che escono, sapendo della futura uscita italiana (o meglio,credendoci fermamente), NON li ho letti…è stata dura resistere, ma ce l’ho fatta e quindi ora li sto leggendo via via che escono in italiano, insieme a molti di voi, per la prima volta. Anche le recensioni le farò mano a mano, dopo averne letto ognuno, in modo da inserire le impressioni che vengono fuori di volta in volta, le sensazioni e anche le ipotesi che potranno rivelarsi giuste o sbagliate.
Il progetto editoriale della DC Comics è stato lanciato in America nel 2012 con una serie di 8 fumetti in formato digitale che esplorano il mondo di Eternia, è proseguito con una miniserie di 6 numeri, con 3 numeri singoli riguardanti le origini di He-Man, Skeletor e Hordak, poi con una miniserie di 6 numeri che vede i nostri beniamini contrapposti ai supereroi dell’universo DC e ora con una serie regolare che ha ripreso la numerazione dal 7 in poi.
Il formato è 16,8 x 25,6 con 48 pagine a colori spillate. La copertina riprende quella americana e nel primo numero sfoggia He-Man nella classica posa di trasformazione, ovviamente riconosciamo il logo, il castello di Greyskull, così come nella variante americana del primo numero con la copertina dedicata a Skeletor e alla Montagna del Serpente, varianti che la RW Edizioni ci mette dentro gli albi per non farci perdere nulla rispetto alla versione originale.
Il primo numero contiene due storie: il primo capitolo della miniserie iniziale e la storia delle origini di He-Man.
Partiamo dal primo fumetto, che ha in italiano il titolo: "Il cercatore".
Anche qui da noi, prima dell’uscita del numero 1 della miniserie, comiciò a girare una pagina con un Beast Man particolarmente impressionante, più di Skeletor, il che sembrava strano perché Skeletor dovrebbe sempre essere il malvagio con più “fascino”…questo era uno dei particolari per cui a prima vista sembrava che questo primo numero non fosse particolarmente convincente, ma siamo agli inizi, era giusto concedere loro un periodo di rodaggio. Altro elemento destabilizzante era che in questa nuova storyline, He-Man non ricorda più la sua vita come He-Man. Crede di essere solo un semplice boscaiolo di nome Adam, e tutto il mondo di He-Man sembra essere solo un sogno per lui. Poi, quando il mistico uccello Zoar gli appare, Adam viene pervaso da una voglia di viaggiare lontano da suo padre infermo, Fedor, raccontando che “sente magicamente” ciò che deve fare e si incammina. Fin quando Beast Man esce dal bosco e lo attacca, dicendo che Adam vaga un po' troppo lontano da dove dovrebbe. Segue una lotta, in cui degli istinti riemergono e l’umile boscaiolo Adam, senza nemmeno capire perché e come sia possibile, affronta la bestia senza tirarsi indietro, presentandoci così un altro destabilizzante personaggio che poco ha a che fare con il principe Adam dei cartoni anni ‘80. Proprio a questo punto ci rendiamo conto, anche dalle scene della lotta che non descrivo, che il fumetto non è destinato ai bambini.
La situazione anomala induce pensieri strani se non addirittura completamente inversi rispetto alla serie classica...sembra quasi che sia Adam a non esistere, ad essere il frutto di una amnesia di He- Man, magari apparentemente bandito e relegato nel bosco da Skeletor…chissà, è solo una mia sensazione come ho scritto nella premessa, visto che sto leggendo mano a mano per la prima volta questa uscita italiana.
Avendo letto la maggior parte dei minicomics e fumetti dei MOTU, mi rendo conto di una grossa differenza tra questa nuova serie (almeno finora) e i prodotti editoriali citati all’inizio: quelli sembravano troppo spesso una malcelata scusa di coinvolgere una grande quantità di personaggi, per “pubblicizzarli”, ossia per introdurre nuovi personaggi per la linea di giocattoli , questo fumetto sembra un vero e proprio tentativo di raccontare un buona storia di He-Man e i Masters. E’ pur vero però che ci sono molti personaggi a disposizione all'interno di questo universo, quindi spero che continuino a usarli inserendoli nel modo giusto e al momento giusto all'interno della storia anziché accumularli inutilmente facendo pronunciare loro anche solo una battuta.
Per ora direi che la storia è coinvolgente e diversa, ha qualcosa di insolito e innovativo per i fans di lunga data di He-Man, riuscendo a non tradire chi ha nostalgia per questi personaggi e sente il bisogno di una riconnessione con loro, ma allo stesso tempo coinvolgendo il nuovo lettore che conosce molto poco dei Masters of the Universe.
L' unico peccato è che He-Man ei dominatori dell'universo # 1 è troppo breve. Ma è un po’ lo stile di molti fumetti americani. Positivo, per stimolare la curiosità del lettore, è il fatto che si è portati a pensare che le cose non sono quello che sembrano, che la storia dell’He-Man come lo conosciamo è nascosta da qualche parte in questo racconto, che risulta ancora più bello se si ha familiarità con il mito.
Passiamo ora al secondo fumetto contenuto nel primo albo RW: le origini di He-Man, il titolo dato all'episodio è: "L'inizio".
Noi fans dei MOTU ci siamo sempre accontentati della formula recitata nella sigla iniziale del cartone animato: “favolosi poteri mi sono stati rivelati", ma se ci riflettiamo è davvero poco per narrare le origini di He-Man, l’uomo più forte dell’intero universo. La DC ha creato un fumetto per colmare questa mancanza: “Masters of the Universe : The Origin of He- Man”. Il racconto, uscito come speciale singolo in USA e come secondo fumetto della prima uscita RW Lion in Italia, getta luce su come il principe Adam abbia acquisito tali favolosi poteri in questa nuova continuità.
Purtroppo, questa narrazione non è all’altezza di quella vista nella serie animata del 2002, in quanto è troppo limitata e stranamente singolare.
Joshua Hale Fialkov complica un semplice racconto rompendo la cronologia e presentando scene fuori sequenza e, dai rumors che ci furono durante le uscite americane, pare che anche nell’uscita riguardante le origini di Skeletor abbia seguito la stessa impostazione, ma questo lo sapremo il mese prossimo quando uscirà anche da noi quello speciale singolo sul signore del male.
Se fatto bene, questo approccio può ravvivare parecchio un racconto. Ma qui l'approccio sembra non riuscito, si è quasi tentati di strappare le pagine e riorganizzarle, tanto sembrano arbitrarie le inquadrature che si susseguono.
L'intera storia si svolge nel corso di pochi minuti . Si inizia con Skeletor che invade il palazzo di Eternia e termina con Adam trasformato in He-Man per combattere il suo acerrimo nemico per la prima volta (la cui vera identità la conoscono per ora solo i veri conoscitori di tutte le continuity dei Masters of the Universe) senza mostrare prima la vita di Adam e l’educazione ricevuta, speriamo che sia il fumetto regolare a colmare queste lacune, qualcosa infatti si intravede nel primo numero appena recensito, anche se ancora non appare chiaro.
Dal punto di vista grafico invece la resa delle scene è potente e dinamica e l'approccio pittorico si adatta bene al tono del franchise che più volte ci ha mostrato i MOTU in opere talmente ben fatte da apparire come quadri. Inoltre i colori sono ricchi e sfumati. Sembrano mancare un po’ gli sfondi, tanto che il mondo intorno ai personaggi appare freddo e sterile e di conseguenza il senso della narrazione soffre.
La sceneggiatura di Fialkov eccelle quando si tratta di un dialogo e il suo approccio ci catapulta in maniera drammatica tra i personaggi che è quanto di più lontano dallo stile della serie animata originale. Skeletor si presenta come un cattivo imponente . Adam è un vero e proprio eroe qualunque. Anche Sorceress brilla nella sua breve apparizione . Si ha la sensazione che in una situazione più ampia su cui lavorare Fialkov potrebbe facilmente eccellere con questo franchise.
Il primo numero si chiude con una parte redazionale di Lorenzo Bianchi sulla storia del marchio Masters of the Universe dal titolo "Genesi di una leggenda".